giovedì 7 giugno 2018

♡ JUST A LITTLE DIY: RIUTILIZZO RICICLOSO BOTTIGLIE DI PLASTICA ♡


Vi piace il mio nuovo planter con il basilico?
Ogni anno nel mondo si buttano tonnellate di plastica che se non vengono riciclate correttamente (e anche così ce ne sarebbe da dire) finiscono riversate negli oceani formando intere isole di plastica. Pare che una delle più grandi abbia le dimensioni dello stato del Texas!
La plastica in sé non è cattiva, anzi, con le sue proprietà è un bene prezioso perché si può utilizzare nei campi più svariati e può essere riciclata e trasformata molte volte. Ora pensate, a parte qualcuno di voi che beve "l'acqua del sindaco"* quanti di noi comprano l'acqua in bottiglia ogni settimana? E quante bottiglie vuote buttiamo via ogni volta? Riciclate per riciclate, oggi voglio proporvi un ulteriore utilizzo a cui potete destinarle prima di consegnarle alla raccolta differenziata.

Prima però  vi voglio fare una premessa: anche se certi siti, riviste, arredatori all'ultima moda vi propongono installazioni permanenti di bottiglie in cui coltivare le verdure o le aromatiche, io vi sconsiglio di utilizzare le bottiglie come vaso definitivo per piante di cui avete intenzione di nutrirvi. Infatti, la plastica così sottile, se esposta al sole diretto o ad alte temperature è capace di rilasciare nella terra sostanze cancerogene, non ha tenuta termica e la sua trasparenza rischia di esporre le radici delle piante alla luce, che normalmente non dovrebbero ricevere. Fermo restando tutto questo, se usate temporaneamente come germogliatore, le bottiglie di plastica sono meravigliose! Cosa dobbiamo fare? Tagliare a metà una bottiglia, mettere della terra nella parte bassa, seminare, bagnare generosamente e coprire con la parte alta senza il tappo!





Il pezzo sopra della bottiglia farà l'effetto di una piccola serra, mantenendo più a lungo e costante temperatura e umidità intanto che le piantine germoglieranno e metteranno le prime foglioline. Le piccola presa d'aria data dall'assenza del tappo, invece, permetterà la circolazione dall'aria. Sarebbe meglio se non ci fossero altre fessure all'infuori del collo della bottiglia, ma se anche ne rimanesse qualcuna piccola non fatevene un cruccio, l'importante è che si mantenga l'umidità all'interno.  
C'è chi consiglia, giustamente, di effettuare dei fori alla base della bottiglia per permettere il drenaggio dell'acqua ed evitare eventuali marciumi, ma personalmente preferisco non effettuare questa operazione e stare più attenta nell'innaffiatura per evitare quanto più possibile uno spreco di acqua che andasse perduta nel drenaggio. 

Quando la piantina o le piantine saranno abbastanza cresciute da non essere più contenibili nella parte alta, o quando vedrete un eccessivo accumulo di radici contro la parete della bottiglia, a questo punto potrete procedere al travaso in un vaso definitivo che sia preferibilmente di coccio o materiale adeguato. Potete tagliare drasticamente la parete della bottiglia per liberare il pane di terra comodamente oppure estarlo delicatamente e mantenere il vostro planter per una nuova semina. 


Diverso il discorso qualora nel vostro planter vogliate crescere piccoli fiori o piante grasse: in questo caso, a patto che non esponiate le piante in pieno sole, dove la parete sottile della bottiglia non difenderebbe dal calore le radici che si "cuocerebbero", il planter ottenuto dalla bottiglia potrebbe diventare definitivo. In questo caso vi consiglio di ricoprire le pareti  di alluminio (va bene quello da cucina) per migliorare un poco la tenuta termica, e vi consiglio di decorarlo con colori o decoupage per ingentilirlo!



* "acqua del sindaco" = acqua del rubinetto

sabato 30 dicembre 2017

♡HAPPY 5F-DAY DORINO!♡





Oggi si festeggia! 
C'è un giorno speciale all’inizio della vita di molte delle mie piantine. Il giorno in cui, le piantine spuntate da seme mettono la 5^ foglia effettiva e quindi sono pronte e abbastanza forti per affrontare il trapianto nel vaso definitivo. Solitamente aspetto fino alla decima foglia per sicurezza ma Dorino sembrava iniziare a soffrire nel micro vasetto dove si trovava e quindi, siccome aveva già "compiuto" otto foglioline ho deciso che era pronto per il trasloco.
E insieme con il trasloco ha ricevuto anche il suo nome. Trovo che Dorino sia un nome simpatico per un pomodorino eterno. Anche se l'etimologia vorrebbe Dorino essere diminutivo di "Doro", abbreviazione di Teodoro, con significato "dono", noi lo sappiamo che in realtà il nostro "Dorino" viene dal l'abbreviazione di "Pomodorino", diminutivo di Pomodoro, con relativo significato (botanico). 😂
Ormai con il nuovo vaso (per un pomodoro miniatura come lui è necessario un vaso minimo 18x20 cm) non può più stare sul mio comodino, quindi ora farà conoscenza con dei nuovi amici. Ci sono piante che vanno d'accordo tra di loro e piante che tra di loro si odiano e si fanno la guerra e vorrei approfondire l'argomento per realizzare dei vasi compositi di piante che tra loro vanno d'accordo perché in natura solitamente le piante non crescono mai isolate come in un vaso. 
Spero che Dorino si trovi bene con il giacinto e i gerani. In ogni caso vi farò sapere! 
Ecco a voi Dorino nel suo nuovo vaso insieme ai suoi nuovi amici 

martedì 5 dicembre 2017

♡ FIOCCO VERDE ♡


Abbiamo un fiocco verde!!! Ebbene sì,  anche se ero fortemente tentata di catalogare questo cucciolo come un fiocco rosa, poi ho pensato al fatto che ci sono anche piante che si dividono in maschi e femmine per procreare (come i kiwi per esempio), e così, nel dubbio, ho deciso che sarà un meraviglioso fiocco verde foglia!
Non pensavo che ci sarei riuscita in realtà, ma ero impaziente e così ho voluto provare lo stesso!
Allora, l'avete riconosciuto? Si tratta di un piccolo pomodoro, per la precisione un pomodorino "eterno".
Si tratta di una varietà di pomodoro in miniatura che, stando a quel che mi dicono, se ritirato in inverno e curato a dovere, è capace di vivere fino a 20anni producendo fiori e frutti durante tutto l'anno.  E devo dirvi la verità,  ne avevo già cresciuto con successo un'altro, ma purtroppo, a causa di errori di innaffiatura, alla fine è morto. Così ho voluto riprovarci, ed eccomi qui, con questo pomodorino totalmente fuori stagione. Al sicuro dietro i vetri della finestra della mia camera, con i 18°costanti e la luce del lampadario quando non c'è più quella del sole, non dovrebbe avere troppi problemi a crescere, dopotutto. Infondo è una pianta "eterna" -ho pensato- e se fa i frutti tutto l'anno, potenzialmente potrebbe anche spuntare tutto l'anno.  E la sua prima casetta è stata un simpatico bicchierino di carta del caffè a portar via dell'autogrill, mentre lo stecchino per mangiare i mochi di w.o.k. si è rivelato un perfetto segnalino per il nome. Quando ci penso mi sento un po'una specie di accumulatrice, ma con quello che costano i vasi e i vasetti mignon dei garden center, il riciclo creativo costituisce un notevole risparmio, oltre che una via per liberare la fantasia e tutelare l'ambiente.
Il pomodorino eterno è una delle piante che preferisco perché oltre che bella è anche utile e robusta, e con le sue dimensioni contenute è perfetta per tutti coloro che come me amano coltivarsi le proprie verdure ma non dispongono di molto spazio. Alto al massimo 40cm, con le sue foglie frastagliate che appena le sfiorate rilasciano un profumo inebriante, la sua forma di cespuglietto bonsai, e gli allegri fiorellini gialli a forma di stella che si trasformano in curiosi grappoli di palline arancioni, se messo a dimora in un elegante vaso di coccio, il pomodorino eterno già così sarebbe una meravigliosa pianta anche solo da tenere per bellezza. I vostri ospiti, a meno che non siano esperti di piante come voi, vi chiederanno sicuramente di cosa si tratta! Dopotutto quando i pomodori sono stati importati dalle Americhe (per chi non lo sapesse prima di Cristoforo Colombo, i pomodori qui da noi non esistevano) sono stati introdotti come pianta decorativa ed erano gialli -i "pomi d'oro"- e anche il Re Sole, amava stupire i suoi ospiti sfoggiando questa splendida pianta nel suo giardino... poi nei secoli la miseria ha fatto il resto e con la fame, la gente povera ha provato anche a mangiarli, a selezionarli, a incrociarli, fino ad ottenere tutte le deliziose varietà di cui disponiamo oggi sulle nostre tavole.
E così anche il pomodorino eterno oltre ad essere bello da vedere produce piccoli pomodorini, quasi ciliegini, che si possono gustare in insalata, con olio e origano, in bruschetta o in un delizioso sughetto per la pasta se ne avete abbastanza.
La regola direbbe che accanto a un pomodoro bisognerebbe piantare del basilico per migliorarne il gusto e la crescita, ma con una piantina così mignon, temo che il basilico finirebbe per sovrastarlo e soffocarlo... che per caso sapete se esiste qualche varietà di basilico nano? 😂
Oggi sono proprio contenta con il mio piccolo pomodorino, con le sue foglie spalancate come fossero piccole braccia a raccogliere i raggi del sole. Spero tanto che questo cresca bene e viva a lungo, poi questa primavera gli procurerò qualche fratellino, uno dei quali, però,  è già stato promesso alla mia vicina, nonché custode delle mie piante quando non sono a casa!
Ora manca solo una cosa: un nome per questo piccolino. Come sapete, le mie piante hanno tutte un nome, ma per lui non ho ancora scelto... pensavo a Isidoro ma in realtà questo nome non centra niente con l'oro... voi che mi consigliate? Aspetto consigli!  Ciao!!!  😘

martedì 17 ottobre 2017

☆ JUST A LITTLE DIY ☆


Ottobre.
È arrivato l'autunno, e con esso anche i primi malanni da raffreddamento.
Dicono che l'influenza deve ancora arrivare,  ma mi sa che io me la sono già presa.
Tuttavia se si ha la possibilità di ritagliarsi alcuni giorni per curarsi a casa con calma, anche l'influenza ha i suoi lati positivi: per me sono stati, maratona televisiva di E.R. Medici in prima linea in lingua originale, muffin al cioccolato e libero accesso al cappuccino solubile tiepido. Sono felice con poco.
L'idillio però non può andare avanti per sempre, e giunti alla settantaduesima ora di telefilm, quando inizi a notare che stai perdendo il contatto con la realtà,  ti rendi conto che forse è venuto il momento di mettere per un po' in panchina i tuoi supereroi col camice e metterti a fare qualcosa di concreto, reale.
Uscire sul balcone dei sogni a sistemare le piante mi avrebbe esposta al rischio di prendere un colpo di freddo e trasformare quella mia brutta tosse in bronchite; contando che la settimana prossima devo mettermi in viaggio per andare dall'altra parte della penisola, non mi è sembrato il caso. Ma per noi che amiamo le piante, che sia dentro o fuori dalla casa, c'è sempre qualcosa da fare!
Così ho deciso di aprire una piccola rubrica,  che ci accompagnerà per tutto l'inverno,  almeno fino a che le temperature non torneranno superiori ai 10°C fissi. Come potremmo intitolarla? Fino a che non mi verrà in mente qualcosa credo che la chiamerò "verde in casa", ma sentitevi liberi di consigliarmi titoli meno scontati di questo. 😉 Questa rubrica si occuperà di tutte le cose che si possono fare in casa con le piante, per chi non avesse un balcone vero e proprio ma ciò nonostante non volesse rinunciare a circondarsi di verde nella sua vita.
Oggi comincerò proponendovi un piccolo lavoretto di riciclo creativo che ho fatto in questi giorni durante la mia convalescenza, ma che potete fare tranquillamente anche senza essere ammalati! Unica cosa importante, è che va bene solo per piante da fiore, per piante che non avete assolutamente intenzione di mangiare. Uomo avvisato, mezzo salvato. Questo perché il contenitore e i colori che vado a proporvi, potrebbero rilasciare delle sostanze nel terriccio, non esattamente ideali per l'alimentazione umana. Io per esempio ne ho approfittato per dare una degna casetta a  un bulbo di giacinto che avevo regalato a mia nonna a dicembre scorso per il suo compleanno, e che ha dimostrato determinazione a voler vivere, sopravvivendo in un vaso micragnoso e pessimo terriccio per tutti questi mesi. Era ora di dargli una degna casetta!

Detto questo passiamo alla lista di ciò che ci serve:

1 scatola di polistirolo (come quelle che contengono le mozzarelle di bufala)
1 spugnetta per piatti con il lato morbido e il lato abrasivo
1 piattino di plastica
Un po'd'acqua fredda
1 colore acrilico a scelta (io ho scelto verde)
1 colore acrilico oro
1 bulbo di giacinto.
Preparate il tavolo coprendolo con dei fogli di giornale, vestitevi con abiti a cui non tenete perché una eventuale macchia di acrilico non verrà più via, e curatevi di mettere i guanti se non volete tingervi tutte le mani!

Se anche voi avete la fortuna di avere parenti o amici campani che ogni tanto vi portano le mozzarelle o altri prodotti caseari vi capiterà di avere una di queste meravigliose scatole di polistirolo larghe 20cm e profonde 15cm che vi piange il cuore buttare. Ed ecco come fare per riutilizzarle! A differenza mia, non buttate il coperchio, che vi servirà come sottovaso!

1. Per prima cosa, aiutandovi con una matita, delle forbici appuntite, un coltello, fate dei buchi larhi circa 1cm  sul fondo della scatola.

2. Mettete un po'di colore acrilico sul piattino, allungate appena con un po'di acqua, e aiutandovi con la parte ruvida della spugna "tamponatelo" su tutti i lati esterni della scatola, sul bordo e date una passata veloce anche alle pareti interne. Io ho scelto il colore verde perché mi dava l'idea dell'erba di un prato.


3. Lasciate asciugare e poi fate una seconda passata con il colore un po' più denso, di modo che si formino dei piccoli rilievi o bollicine sulla superficie e lasciate asciugare di nuovo.

4. Intingete una parte asciutta della spugna, sempre dalla parte abrasiva, nell'acrilico color oro senza diluirlo, e con questo realizzate delle macchioline sparpagliate qua e la.


5. Una volta asciutto ricoprite il fondo del vaso di sassolini o perlite, io avendo dei lavori in casa ho sfuttato dei pezzi di mattone.  Poi mettete il terriccio e il bulbo. Ed ecco avrete il vostro meraviglioso vaso riciclato!


Altre idee per decorarlo: al punto 3, sul colore ancora bagnato potete buttare della porporina in punti strategici oppure, al punto 5, prima di riempire il vaso,  potreste realizzare dei fiori all'uncinetto e cucirli sul lato del vaso! Insomma date sfogo alla vostra fantasia!

Spero che il tutorial vi sia piaciuto e ci sentiamo presto!

domenica 17 settembre 2017

☆ WHAT'S THE BUZZ ☆





Qualche giorno fa, facendo jogging, ho deciso di cambiare giro. Invece di attraversare il parco e passeggiare all'ombra degli alberi, come faccio di solito, ho deciso di addentrarmi nelle vie del centro storico, approfittandone per passare dalla mia erboristeria di fiducia a comprare alcuni olii essenziali. 
Da qualche giorno il caldo torrido dell'estate se ne era andato, e la fresca aria frizzantina mi aveva incoraggiata prediligere i percorsi più riparati e possibilmente illuminati dai tiepidi raggi del sole di settembre. E così, camminando per le vie cittadine anziché nell'erba fresca o sulla terra battuta, tenevo lo sguardo ben puntato a terra per non inciampare in qualche sanpietrino sconnesso: è stato così che me ne sono accorta.
Di recente si è iniziato a parlare della morìa che sta colpendo le api con tutti i rischi per l'esistenza stessa sulla Terra che ne conseguirebbero, qualora questi piccoli, fragili ma importantissimi esserini sparissero per sempre. Pensavo di essere sensibile anch'io all'argomento, ma quando in 20 metri ho notato ben 3 apette morte sulla mia strada ho veramente iniziato a pensare. Eppure quella zona è piena di balconi fioriti, nelle vicinanze c'è un corso d'acqua, e per i campi agricoli infarciti di anticrittogamici bisogna spostarsi di parecchi chilometri fuori città! Quindi come mai questa morìa localizzata? Forse il troppo caldo dei giorni precedenti poteva aver contribuito alla loro morte? O qualche persona disinformata, per scacciarle, invece di chiamare un apicoltore aveva pensato bene di usare un 'flit'? A riguardo di quest'ultima cosa, gente, vi prego, non lo fate: se vi trovate un nido d'api in casa, chiamate l'apicoltore della vostra zona che se le porterà via gratis. È una bella esperienza, vi farete un nuovo amico e se vorrete avrete anche occasione di acquistare direttamente dal produttore qualche prodotto di qualità!

Il post di oggi è dunque per le api, e in particolare vi voglio parlare di una insospettabile piantina, che possiamo tenere tutti sul balcone, che sarà utile tanto per noi quanto per loro: l'erba aglina (allium tuberosum).
Visto l'analogo uso che se ne fa in cucina, l'erba aglina viene confusa spesso con l'erba cipollina (allium schoenoprasum) dalla quale differisce per le sue foglie piatte anziché tubolari e per le sue grandi inflorescenze di fiorellini bianchi a forma di stella, contro quelle lilla e meno definite della sua parente più famosa. Anch'io sono una di quelle che non conoscevano la differenza, anzi, a dirla tutta non sapevo neanche della sua esistenza!!! 
La mia prima piantina di questa specie mi fu mandata qualche anno fa da un gentilissimo signore di Milano, il quale, avendo finito le sementi di erba cipollina, per rimediare mi spedì piantine già fatte di erba aglina! Il sapore è  molto più delicato dell'erba cipollina e ve la consiglio se amate il profumo dell'aglio nelle vostre pietanze ma faticate a digerirlo. Non vi lascerà nemmeno il tipico alito ammazza-vampiri, concedendovi di godere tutto il gusto dell'aglio senza poi dover rinunciare alla vita sociale! È buonissima in frittata, in insalata e per legare gli involtini!
Ma se anche non la volete mangiare sarà un bellissimo fiore per il vostro balcone, soprattutto molto amato dalle api. L'anno scorso, di tante piante che avevo fiorite, tra rose, garofani, gerani, ipomee, spinaci indiani, pomodori, zucche, portulache, violette, crisantemi e chi più ne ha più ne metta, loro si fiondavano in massa SOLO ed esclusivamente sulle infiorescenze dell'erba aglina, ignorando tutto il resto! 
Ci sono moltissimi altri siti e blog che consigliano molto meglio di me quali piante mettere sul balcone e nei nostri giardini per nutrire le api, ma dell'erba aglina non ho mai visto parlare e quindi, in questa occasione, ho pensato di parlarvene io. 

Buona in cucina, utile per le api e bella da vedere: che ne dite, l'erba aglina troverà un posticino anche sul vostro balcone? 
Vi lascio qualche foto della mia con le relative apette, alla prossima! 😉






martedì 22 agosto 2017

☆TOXIC ☆



Da qualche giorno a questa parte, facendo jogging per le vie della mia città,  non ho potuto fare a meno di imbattermi in un piccolo oleandro, spuntato spontaneamente sul ciglio di una strada.
Sebbene non ami molto tenere piante velenose sul mio balcone dei sogni -vuoi perché ci gira anche il gatto dei vicini, vuoi perché ci coltivo anche piante orticole e non voglio finire al pronto soccorso come quella vecchietta che scambiò la cicuta per finocchietto selvatico- la consapevolezza che presto lo stradino comunale sarebbe passato a falciarlo insieme alle altre erbacce a bordo strada, mi ha spinta a fare un'eccezione e portarlo a casa. Dopotutto, sul balcone ne abbiamo già un altro che, nato spontaneamente nel vaso del rosmarino, è stato prontamente trapiantato in un vaso a sé, e riconfermato da tutta la famiglia. Nonostante i frequenti tentativi di mia madre di affibbiarlo ad amici e parenti perché il colore -bianco con un'ombra appena percepibile di rosa- non è di suo gradimento, da che mi sono accorta che si trova a suo agio anche sul mio "balcone killer", ho iniziato a rivalutare la sua presenza nella mia piccola oasi di pace. E per quanto riguarda il colore, che a me piace, "a caval donato non si guarda in bocca".
Effettivamente una pianta così resistente si rivela veramente utile quantomeno per provare a creare una zona d'ombra su un balcone che in estate raggiunge i 40° e riceve il sole ininterrottamente dall'alba al tramonto; inoltre i suoi bellissimi fiori riempiono di colore e allegria tutto l'ambiente con un minimo sforzo.
È un vero peccato che molte delle piante con i fiori più belli e colorati, siano in realtà velenose o tossiche,  e anche l'oleandro non si smentisce trovandosi nella top ten delle piante più velenose al mondo. Tutte le sue parti, radici, fiori, foglie, sono altamente tossici, e anche la terra in cui cresce un oleandro e l'acqua di scolo dei suoi vasi s'impregna pericolosamente del suo veleno, per questo è bene limitare questa pianta in un vaso a sé, lontano dalle altre. Non è esattamente una pianta da prendere con leggerezza, insomma. Io forse esagero ma quando lo devo accudire metto sempre i guanti e alla fine del lavoro mi lavo attentamente le mani con sapone e spazzolina neanche fossi un chirurgo! Mi rimane un po'di preoccupazione avendo la gattina che ama passeggiare sui miei balconi alla ricerca di gramigna da mordicchiare... Anche se per fortuna finora non ha mai dato nessuna attenzione a quel vaso, per sicurezza ho pensato di circondarlo con un fitto giro di reticella, ma se avete in casa animali o bambini piccoli vi sconsiglio fortemente di portarvi a casa questa pianta.
E dunque mi accingo a trapiantare questo nuovo oleandrino trovatello che andrà a fare compagnia a quello già presente sul mio balcone. Penso che metterò i due oleandri ai due angoli estremi del balcone, lontano da tutto il resto ma in risalto, simmetrici e pieni di colore, e circondati da massicci giri di reticella isolante! Chissà se il colore del nuovo arrivato sarà di gradimento a mia madre? Tra qualche anno avremo la risposta!

mercoledì 18 maggio 2016

☆ LA STORIA DI IGNOTO#1, IL PEPERONCINO MISTERIOSO! ☆



Oggi vi racconto la storia di "Ignoto#1": il mio primo peperoncino.





Un bell'inverno di due o tre anni fa, i miei parenti di Milano sono venuti a trovarci come di consueto recando doni natalizi per tutta la famiglia. Tra questi doni vi era una scatola di peperoncini piccanti coltivati sulla terrazza direttamente da loro quella stessa estate. Quei peperoncini erano di vario genere, alcuni lunghi e sottili, altri più cicciottelli ma sempre allungati, altri ancora più tozzi e corti... 
Fatto sta che mi sono fiondata online per farmi una cultura sul peperoncino e cercando cercando mi sono imbattuta in una infinità di pagine riguardanti persone che coltivavano peperoncini per i più disparati utilizzi. Voi lo sapevate che il peperoncino si può coltivare facilmente a partire dai suoi semini? Sì, proprio quelli lì che se ci capitano nel sugo ci tramutano in draghi sputafuoco! Sicuramente voi lo sapevate già ma vi assicuro, all'epoca, per me fu una vera illuminazione. 
Basta metterli a mollo una notte in acqua e camomilla e poi lasciarli su un tovagliolo bagnato in una scatolina col coperchio trasparente e forato finchè non li vedrete germogliare. I peperoncini hanno un modo veramente adorabile e tutto loro per venire al mondo: ben presto li vedrete liberarsi dell'involucro del semino e aprire le prime due foglioline verso l'alto assumendo una forma a V come per dire "Ta-daaan! Eccomi qua!". Una cosa così semplice e divertente potevo non provarla anch'io? 
E così sono nati i miei peperoncini Ignoto#1! 
Il nome è dato dal fatto che per sperimentare ho preso dei semini a caso che erano caduti sul fondo della scatola e la varietà che è nata presenta caratteristiche che non sono riuscita a far risalire a una varietà specifica. Ho chiesto ai miei parenti ma purtroppo loro avevano comprato le piante così, a simpatia, senza curarsi della varietà e ormai avevano già buttato via tutti i talloncini del vivaio. Nemmeno su internet sono riuscita ad ottenere una risposta certa, l'ipotesi più probabile è che si tratti di qualche ibrido. Resto in attesa che un giorno qualcuno lo riconosca e mi sappia dire che varietà è o se davvero si tratta proprio di un ibrido. 
Nel frattempo io gli ho dato un nome e ho deciso che se davvero non è di "razza pura" ne farò la mia varietà personale: la forma è simpatica, il gusto è buono e piuttosto piccante, ma soprattutto è il mio primissimo peperoncino e mi sono affezionata! Oggi è il secondo anno che è con noi e nonostante il disastro che ho fatto quest'inverno sperimentando la potatura è di nuovo già pieno di fiorellini e boccioli pronti a trasformarsi in coloratissimi peperoncini! 

E voi? Date mai un nome alle vostre piante?
Qualcuno riesce a riconoscere la varietà del mio peperoncino Ignoto#1? O devo arrendermi alla realtà che veramente si tratti di un ibrido? 

Se vi va fatemelo sapere nei commenti! A presto!